Nasce la rubrica “Gianotecnologie”.
Avete mai sentito parlare di crisi di astinenza? Sicuramente sì, se riferita al diffusissimo fenomeno degli stupefacenti. Ma avete mai sentito parlare di crisi di astinenza da tecnologia? Non credo, perché è un termine che ho coniato ora e che identifica un fenomeno sottile, ma strisciante, riassumibile con un semplice aforisma: se passa una sola giornata senza che gli araldi abbiano proclamato importanti novità nell’introduzione di nuove tecniche, o nella diversificazione di tecnologie già esistenti, o che abbiano almeno anticipato innovazioni prossime-future, o, se proprio non c’è altro, abbiano divulgato annunci di fusioni di società tecnologicamente impegnate, ebbene, se tutto un giorno scorre senza che riceviamo la nostra “dose” di scienza innovativa, senza accorgercene andiamo in crisi di astinenza. Fortuna che tale evento sia raro!
Scherzi a parte (ma non tanto), parlare di nuove tecnologie, che sono introdotte con battage pubblicitari di respiro cosmico prima ancora di essere rilasciate, potrebbe sembrare inutile o quanto meno ridondante. Tuttavia ci sono almeno tre elementi che inducono ad aprire l’ennesima finestra su tale mondo: in primo luogo un banale “se ne parlano tutti non posso non parlarne anch’io”, poi la convinzione che molti rifuggano da quest’orgia di comunicazioni dedicate alla tecnologia e dalla overdose che ne scaturisce, e che quindi abbiano piacere ad un contatto soffice, disincantato, disinteressato, generato da un organo di informazione che se si occupa di queste cose lo fa affrontandole con uno spirito e da un punto di vista diverso. Il terzo elemento che ci ha convinti ad inaugurare una rubrica dedicata alle nuove tecnologie è la volontà editoriale di filtrare i fenomeni tecnologici attraverso un procedimento che, rallentandone i vertiginosi processi che ci trascinano come in una tromba d’aria, ce li faccia vedere sotto diverse angolazioni, nelle loro evidenti, ma spesso trascurate implicazioni sociali, politiche, economiche, misurando il loro impatto sulla collettività, ma anche sulla molecola familiare o sulla microcellula individuale.
Informazione, dunque, curiosità, considerazioni, rigore scientifico, ma anche spunti, riflessioni, una tavola rotonda virtuale, per adoperare giustappunto terminologia tecnologica, che, spenti gli abbaglianti fari delle innovazioni, osservi con un distacco quasi sornione ciò che c’è dietro. Lanciamo il primo sasso in piccionaia, come si suol dire: ed è un macigno, più che un sasso; une delle annunciate mega-fusione tra gruppi, anzi, sarebbe meglio dire lo strano fenomeno in base al quale un “piccolo” (si fa per dire) ma affascinante player convola a nozze con un gigante, comportandosi come il marito agiato che riceve con sussiego la spropositata dote della moglie ricchissima.
Al di là delle legittime riflessioni che tale annuncio induce, non ci si può esimere dall’esaminare il fenomeno sotto il profilo del suo deflagrante impatto socio-economico; di tale intrigante e orwelliano scenario tratteremo più diffusamente nel prossimo numero, ma, giusto per tener fede alle nostre premesse e per impedirvi di dormire il sonno dei giusti, avete pensato che questa che si potrebbe definire “fusione a freddo” modificherà radicalmente i nostri costumi e porterà i suoi “incontrovertibili vantaggi” nelle nostre case, nei nostri letti, nella nostra intimità? Singolare, vero? Spero che almeno qualcuno sia ansioso di riprendere questa discussione, e, nel frattempo, se non ce la fate ad aspettare, scriveteci in redazione.
Mario Migliuolo.
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